Non è un sofisma, è una differenza reale e di
grande importanza.
Certo talvolta le due cose coincido, altre
volte non coincidono affatto.
Mi piacerebbe essere il primo ad occuparsi
dell'argomento, ma non è così, ovviamente.
Il maestro Ugo Mulas ne parlava già negli
anni '60:
"Non credo nelle belle fotografie. Di belle fotografie se ne fanno tante, ma sono completamente inutili. Non bisogna dire che sono belle, ma che sono buone. Belle sono le fotografie esteticamente perfette, ben composte, che però non dicono niente. Una buona fotografia racconta e dice delle cose, comunica qualcosa. Anche la bella fotografia comunica, ma comunica cose inutili." Ugo Mulas
Come ci ricorda anche il maestro Gianni Berengo Gardin in una splendida videointervista su RAI
News
Questo tanto per sottolineare che l'argomento
non è di secondaria i portanza, anzi direi che è basilare.
Nel mio percorso sono arrivato alla
personale conclusione che la differenza principale tra una foto buona ed una solamente bella stia nel fatto che la seconda è il fine, quella buona è un mezzo.
Content is king, anche in questo caso.
Se
non c'è un messaggio dentro, dietro, sotto, da qualche parte, allora non è una buona foto!
In altre parole per capirlo di solito basta
porre una domanda al fotografo (o a se stessi, se si è il fotografo): "perché hai scattato questa foto?" Se la risposta è del tipo: "Perché è bella! E con la post è diventata WOW!" potete
avere la ragionevole certezza che non si tratti di una buona foto.
Perché una buona foto è sempre il prodotto di una necessità comunicativa: un esercizio estetico e/o tecnico fine a se stesso NON è una necessità comunicativa.
Tanto per entrare nella pratica, le foto che
si sono salvate e ci sono pervenute del D-Day di Capa non sono certo belle, ma sono buone, molto, molto, molto buone!
The Americans di Robert Frank è un capolavoro, tutte quelle foto sono buone, decisamente buone, ma in linea di massima, tecnicamente, non si può certo dire che siano perfette, anzi.
Per venire a tempi più recenti mi viene in mente Emi Anrakuji http://miyakoyoshinaga.com/artists/Emi_Anrakuji/artwork
Il suo lavoro è decisamente lontano da qualsiasi effetto wow, lontano da tutte le regole formali, lontano dalla ricerca estetica. E' un lavoro profondo, uno scavo senza indulgenza, un racconto toccante e coinvolgente, un'ossessione ragionata, ogni foto è un passo nell'intimo dell'altro e del sé riflesso. Sono foto incredibilmente buone.
Per converso da un po' di tempo si vedono foto ad esempio di paesaggio o di macrofotografia che sono tecnicamente perfette, tonnellate di magistrale post-produzione, straripanti di effetto WOW, il più delle volte non si può certamente negarne la assoluta qualità tecnica ed estetica, ma è altrettanto innegabile che non potrebbero essere più lontane dall'essere buone.
Quindi una bella foto di paesaggio non può
essere buona? Certo che sì! Basti pensare ad Adams, tanto per citare uno a caso.
Ma deve essere parte di un progetto, avere qualcosa da dire.
E' buona se dietro c'è un ragionamento che vada oltre al semplice "mi piaceva".
In caso contrario o è un mero esercizio
tecnico o è una casualità.
Ed a ben riflette, lo stesso principio
vale per qualsiasi altra specialità fotografica.
In sintesi la stessa conclusioneè sempre la stessa: è quel che c'è nella scatola cranica di chi usa lo strumento a fare la differenza.
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